Affitti per studenti, Londra la più cara al mondo
Se si contano anche le tasse universitarie, Boston ha i costi più elevati. Le città più economiche sono invece Shanghai, Pechino, Berlino e Monaco. Spesso il canone della casa è legato al prestigio della scuola. Stefania Aoi
È Boston la città più cara al mondo per uno studente. Qui, ad appena qualche chilometro dalle università più prestigiose, parliamo di Harvard e del Mit, si pagano tra i mille e i 1600 dollari al mese per l’affitto a cui devono aggiungere tra i 3 e i 4 mila dollari al mese di tasse universitarie. Dietro questa metropoli ci sono New York, Chicago, San Francisco e Londra secondo la classifica appena pubblicata dall’advisor immobiliare Savilles.
Se si presta attenzione solo agli affitti però, sono Londra e New York ad avere quelli più elevati. Nella capitale britannica si pagano in media 1600 dollari al mese, mentre nella Grande Mela 1580. Prezzi giustificati dalla forte domanda e dall’importanza degli atenei che da queste città sono ospitati. Le città più a buon prezzo per uno studente sono invece Monaco di Baviera, Berlino, Pechino e Shanghai. Sia per chi arriva da altri paesi che per gli studenti locali, le tasse universitarie qui sono sui 20 o 30 dollari a semestre e il canone di affitto è inferiore ai 650 dollari al mese. “Per queste ragioni, - spiegano da Savills - l’opportunità di attrarre studenti stranieri è significativa”.
Eppure non sempre un prezzo elevato scoraggia. In alcuni casi la popolarità degli atenei, la certezza di trovare occupazione in breve tempo una volta terminato il corso di studi, spinge gli studenti a spendere di più. Non a caso Stati Uniti e Regno Unito hanno una posizione dominante. Anche legata al prestigio delle università, che in genere svettano nel Qs World university ranking, la classifica pubblicata ogni anno dalla società inglese Quacquarelli Symonds. Sono più di 120 gli atenei americani entrati nel Qs Top 700 mentre 60 quelli inglesi.
Ma investire in immobili per studenti è un buon business? Secondo Savilles sì ma bisogna capire su quale mercato puntare. Sono tanti i fattori da considerare. Uno è anche il numero di studenti che nel mondo è in aumento. Solo tra gli anni accademici 2006/07 e 2010/11, le iscrizioni sono cresciute di circa un 12 per cento nei primi sette mercati principali. Mentre però Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Portogallo e Italia le iscrizioni sono in calo. In Austria e Irlanda hanno invece goduto di una crescita superiore al 40 per cento negli ultimi sette anni. In crescita anche il numero di studenti anche in Australia, sia grazie alla crescita di iscrizioni sul mercato interno che alla forte domanda asiatica. La Cina è del resto il paese che ha oggi il maggior numero di studenti al mondo che vanno a studiare fuori. E l’Australia, insieme ancora oggi agli Stati Uniti, al Giappone e al Regno Unito, sono i principali beneficiari di questi flussi.
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